In questo articolo voglio parlarvi della mia esperienza cicloturistica in Austria. Un’avventura che vivrei ancora e ancora per le emozioni e i paesaggi mozzafiato che mi ha regalato. Spero di portarvi in viaggio con me nella sua lettura.
Estate 2022, decido di sfruttare le meritate ferie per fare il mio primo viaggio in bicicletta. Da ormai qualche anno sognavo di visitare l’Austria, paese molto attento al cicloturismo che con il suo clima alpino la rende perfetta per un viaggio estivo.
Per la pianificazione mi sono ispirato al bellissimo articolo di Life in travel sulla ciclovia dell’Alpe Adria che mi era capitato di leggere qualche settimana prima.
Ho scelto un itinerario che mi portasse a visitare l’Austria orientale integrando a metà percorso il tratto della ciclovia dell’Alpe Adria di cui Leo, l’autore dell’articolo, ha scritto. Vi consiglio di leggerlo!
CICLOVIAGGIO: L’AUSTRIA IN BICICLETTA – LA PIANIFICAZIONE
Le tappe principali sarebbero dovute essere Innsbruck, Salisburgo e Villaco.
Mi sarebbe tanto piaciuto tanto partire da Verona, salire in Austria per poi tornare in Italia scendendo fino Udine con un giro ad anello di circa 800 km ma avendo solo una settimana a disposizione ho preferito ridimensionare il giro di molti chilometri.
Devo ammettere che il viaggio, una volta ridotto, è stato sufficientemente impegnativo così sia come prima esperienza che come carico di fatica.
Ho proposto a un amico di accompagnarmi in questa avventura e l’idea lo ha entusiasmato enormemente.
Così dopo avergli rimediato una bicicletta e dell’attrezzatura da bikepacking ci siamo lanciati nella pianificazione.
Sull’organizzazione di un viaggio di questo tipo vi rimando però a questo articolo in cui entro maggiormente nel dettaglio dandovi consigli utili su come prepararsi sia fisicamente che mentalmente.
La traccia del percorso è stata scelta usando Koomot, app fantastica per questo tipo di attività che non ne ha sbagliata una e ci ha sempre guidati su piste ciclabili e strade sicure.
Va detto che l’Austria è un paese particolarmente attrezzato per questo genere di attività, con ciclovie e ciclabili molto curate che collegano quasi tutti i centri abitati dello Stato. Per la maggior parte del viaggio siamo riusciti a pedalare su piste ciclo pedonali e strade a basso traffico. Salvo alcuni casi in cui abbiamo dovuto condividere la carreggiata con automobilisti molto rispettosi.
Ci siamo prefissati delle tappe giornaliere che sapevamo essere in grado di completare.
Ogni giornata di viaggio poteva prevedere tra i 70 e i 100 km di percorrenza, collocando una pausa pranzo in paesini a metà percorso.
Abbiamo dovuto tenere conto anche del dislivello che caratterizzava alcune tappe e che avrebbe potuto incidere negativamente sia sui tempi di percorrenza e sulla nostra stanchezza a fine giornata.
Questa decisione si è rivelata saggia e vincente poiché le pendenze ammazza-gambe in alcuni tratti unite alla fatica e al caldo sono stati i nostri più acerrimi nemici. Aver potuto prevedere l’altimetria in anticipo ci ha anche permesso di prepararci psicologicamente alle piccole sfide giornaliere.
Il bel tempo ci ha accompagnato per quasi l’intera durata della vacanza tranne una mattina in cui abbiamo pedalato sotto un tremendo acquazzone.
Abbiamo optato per il pernottamento in hotel per poterci rilassare a fine giornata dopo le molte ore trascorse in sella.
Potendo contare su una struttura che ci attendeva a fine giornata abbiamo potuto viaggiare in modalità bikepacking portando con noi solo lo stretto indispensabile come vestiti, acqua, cibo e qualche attrezzo, che tenevamo dentro borse leggere legate direttamente al telaio della bicicletta.
DAY 1: ALLA VOLTA DI INNSBRUCK
Il gran giorno è arrivato, esco di casa alle 5 di mattina, fuori c’è ancora buio e la frescura notturna si fa sentire anche se è luglio.
Passo a prendere il compare sotto casa e ci dirigiamo in città a prendere il treno alla stazione di Verona Porta Nuova.
In circa 2 ore raggiungiamo Bressanone. Il paesaggio è stupendo ed è qui che inizia il nostro viaggio. I primi chilometri dalla stazione di Bressanone sono difficili perché ci sembra di esserci persi, la traccia del navigatore mi dice di proseguire su una strada ad alta velocità mentre noi preferiamo seguire il sentiero che si snoda tra i boschi e corre parallelo. Finalmente ci ricongiungiamo alla traccia e ci ritroviamo a costeggiare il fiume Isarco lungo una ciclabile che ci porta a Vipiteno.
La traccia ci impone di attraversare la cittadina e di proseguire fino al passo del Brennero. Arrivati a Colle d’Isarco ci si parano davanti due opzioni per raggiungere il passo del Brennero:
- La via più facile, che però allunga di diversi chilometri il percorso
- La via più difficile, che in 7 km ci massacra con pendenze costanti tra il 6 e l’8%.
Naturalmente noi scegliamo la più diretta ignari della fatica a cui saremmo andati in contro di lì a poco.
Arrivati in cima inizia una passeggiata su una ciclabile che ci porta al Brenner Pass. Varchiamo il confine italo-austriaco senza quasi accorgercene e iniziamo un falsopiano in discesa lungo quasi 30 km, sulla statale che ci porta progressivamente in bassa quota fino alla Valle di Sellrain dove c’è Innsbruck.
Il paesaggio scorre lento mentre maciniamo chilometri sotto le ruote, le auto ci sorpassano con garbo lasciando spazio sufficiente. E’ una cosa che noti subito se sei abituato a pedalare sulle strade in Italia. Gli ultimi tornanti li facciamo a tutta dosando i freni allargando e stringendo le curve, la strada da piana inizia a scendere velocemente e tra gli alberi intravediamo la vallata di Innsbruck. Alessandro è davanti e guida come fosse in motoGP, buon per lui che i freni li ha e pure idraulici!
Arrivati a Innsbruck alle 18 di sera ci fiondiamo in hotel e poi alla ricerca di cibo. Alessandro fa incetta di pesche al supermercato, ma non sappiamo dove metterle perché lo spazio manca. Nei prossimi giorni mangeremo più pesche possibili.
“Per oggi abbiamo dato!” è stata la sentenza che abbiamo esclamato all’unisono. Già solo la prima giornata di viaggio ci aveva regalato tante emozioni.
DAY 2: DA INNSBRUCK A ST. JOHANN IN TIROL (CON L’IMBROGLIO)
Il secondo giorno ci vede impegnati nella lunga traversata da Innsbruck a St. Johann in Tirol, un piattone interminabile da affrontare con la stanchezza del giorno prima che si fa sentire. I nostri fondoschiena sembrano non riconoscere la sella su cui hanno appoggiato per tutta la giornata precedente. Alessandro che è meno abituato di me a pedalare a lungo lo vedo sui pedali a fare fuorisella da quando abbiamo lasciato Innsbruck in mattinata. Capisco che oggi dovremo andare con calma. Nemmeno io sono una rosa oggi, ieri è stata una giornata impegnativa. Inoltre pedalare tutta la mattina sotto il sole di luglio in una delle estati più calde di certo non aiuta. Perlomeno il verde qua e là lungo la ciclabile offre qualche breve riparo dai raggi e un attimo di refrigerio. Le pause per bere e gustarci una pesca sono molte.
La pianura è davvero lunga, la ciclabile è sempre ben segnalata e “passeggiamo” tranquillamente per alcune ore con le montagne che fanno da cornice.
Alle 15 del pomeriggio ci accorgiamo che per arrivare al paese di St. Johann in Tirol ci aspetta una lunga salita per raggiungere il paesino di montagna e che saremmo arrivati molto tardi la sera.
Un grave errore di calcolo che ci ha obbligati a prendere il treno.
“Oggi è andata così, daremo di più nei prossimi giorni.”
Scesi dal treno a St. Johann in Tirol facciamo alcune compere al supermercato, ci ristoriamo in albergo e poi usciamo alla ricerca di un ristorante.
Purtroppo gli unici locali che troviamo aperti alle 20 di sera sono pizzerie italiane e un ristorante cinese.
Ovviamente stasera scegliamo cinese!
DAY 3: RIDERS ON THE STORM
Il terzo giorno non parte benissimo. L’hotel era favoloso, la grassa cena a base di riso e anatra è stata super, ma un tremendo acquazzone ha imperversato per tutta la notte dalla sera prima dandoci poca fiducia sull’esito della giornata odierna. C’è freddo e le strade sono bagnate.
Miracolosamente smette di piovere poco prima della partenza e così ci rimettiamo in cammino alla volta di Salisburgo.
Dopo circa quaranta minuti le prime gocce si fanno sentire e proseguiamo finchè le gocce non smettono.
Fa molto meno caldo rispetto al giorno precedente quindi decidiamo di fermarci per vestirci ma nel frattempo le gocce ci raggiungono nuovamente: ci accorgiamo che un temporale sta proprio dietro di noi.
Ci troviamo infatti in una valle stretta e lunga all’interno della quale un fiume di nuvole piovose sta iniziando a scorrere nella nostra stessa direzione.
Così pedaliamo per circa 1 ora sotto un acquazzone che ci bagna dalla testa ai piedi senza tregua.
L’acqua è talmente tanta che perdo continuamente la presa dalle leve del freno e gli occhiali mi fanno vedere solo goccioline e condensa. L’unica cosa da fare è proseguire per uscirne il prima possibile.
Abbiamo indosso gli impermeabili, i copri scarpe e i copri casco da pioggia: siamo impavidi e molto alla moda.
La strada ci porta poi su una ciclabile di ghiaia lungo le rapide del fiume Saalach dove pioviggina ancora ma meno intensamente di prima, con il brecciolino sotto le ruote che schizza qua e là al nostro passaggio. Tutto sommato ci stiamo divertendo.
A fine mattinata raggiungiamo Unken lasciandoci finalmente le ultime nuvole minacciose della valle alle spalle. Il sole ci accoglie asciugandoci in pochissimo tempo. Al supermercato facciamo provviste e ci concediamo qualche istante di tepore. Preferisco il caldo al freddo questo è poco ma sicuro.
Proseguiamo alla volta di Salisburgo, attraversando 10 km di suolo tedesco che sconfina nel territorio Austriaco.
Rientriamo poi in Austria e piano piano arriviamo a Salisburgo. Lasciamo le borse in hotel e ci concediamo una visita veloce al centro della città.
Salisburgo l’avevo visitata d’inverno anni fa con la neve e volevo rivedere quei posti d’estate.
DAY 4: UNA DELUSIONE LUNGO IL CAMMINO
La mattina trascorre velocemente mentre noi ci allontaniamo sempre più da Salisburgo per tornare tra le montagne. Attraversiamo qualche paese, facciamo un paio di pause e riprendiamo.
La ciclabile poi si interrompe e ci attendono alcuni chilometri di strada statale. Pedaliamo in una valle molto stretta, le macchine sfrecciano e noi procediamo in fila indiana. Dopo il tratto che collega il passo del Brennero a Innsbruck, questo è il secondo più esposto ai pericoli della strada.
In circa quaranta minuti arriviamo in prossimità del castello di Hohenwerten: semplicemente WOW. La struttura svetta davanti a noi dominando l’intera area.
La strada ci porta a passare proprio alle pendici della fortezza e nella cittadina poco dopo decidiamo che è arrivato il momento di di cedere alla tentazione di una pizza italiana per pranzo.
Nel frattempo abbiamo escogitato un piano malefico per raggiungere Bad Hofgastein in serata: usare ancora il treno imbarcandoci a St. Johann im Pungau. Ci siamo abituati molto bene vero?
Siamo distrutti dalle giornate precedenti perché le salite austriache sono lente ed estenuanti.
Il nostro piano però naufraga malamente: non è disponibile alcun treno che carichi le biciclette per arrivare a Bad Hofgastein. E’ un duro colpo per noi.
Adesso ci attende infatti una serie di salite impegnative per i prossimi chilometri.
Meglio non perdersi d’animo e far girare le gambe!
I primi chilometri sono i peggiori perché la strada prende quota rapidamente.
Avevamo riposto molte speranze sul treno e ora il morale ne risente. Lungo la salita delle allegre signore locali ci superano continuamente con le loro bici a pedalata assistita per poi fermarsi a scattare foto al paesaggio e ripartire superandoci nuovamente senza sentire la fatica.
Vorremmo essere al loro posto, davvero.
Il peso dei bagagli si fa sentire e affrontiamo ogni rampa e tornante con la speranza che finisca il prima possibile questa lenta agonia.
Quando attraversiamo il tunnel di 2 km attraverso una montagna che ci porta nella valle di Bad Hofgastein capiamo di aver compiuto l’impresa. Il navigatore segna pochi chilometri restanti all’arrivo.
Arriviamo così all’hotel dove ci attende una cena non molto salutare.
DAY 5: PARTENZA CON FORATURA
Il quinto giorno è ancora peggio, ma quando mai poteva migliorare?
Da Bad Hofgastein prendiamo il treno che ci porta a Mallnitz.
Scelta quasi obbligata poichè tra Bad Hofgastein e Mallnitz c’è una montagna (il comprensorio montuoso Ankogel) che non si può aggirare facilmente.
Da Mallnitz affrontiamo poi una discesa fino a Obervellach dove la ruota anteriore di Alessandro va a terra improvvisamente.
Un coccio di vetro ha perforato il copertone pizzicando la camera d’aria. Probabilmente si era conficcato nel battistrada chilometri prima e la discesa e il carico poi hanno fatto il resto. Trovandoci nei pressi di un supermercato ne approfittiamo per fare scorta di cibo e cambiare con calma la camera d’aria.
Finita la sosta ripartiamo con parecchio ritardo sulla tabella di marcia, la mattinata è trascorsa in fretta senza che ce ne accorgessimo.
Il sole di mezzogiorno ci cuoce lentamente sulla strada per Villaco che è ancora lunga e piena di sali scendi.
Lungo la via ci imbattiamo nella segnaletica che contraddistingue la ciclovia dell‘Alpe Adria.
La ciclovia costeggia il fiume Drava su asfalto e ghiaia fino a Villaco. Siamo molto stanchi perché è stata una giornata afosa.
In serata arriviamo a Villaco, dove si conclude il nostro viaggio. Troviamo un ristorante dove gustarci una Schnitzel (Cotoletta alla Viennese) e berci una buona birra. Acquistiamo i biglietti del treno e ci mettiamo a nanna.
Da domani si torna a Verona in treno.
Cosi si conclude il mio primo viaggio in bicicletta, una avventura che mi rimarrà nel cuore tutta la vita.
Visitate l’Austria perché merita
3 commenti su “CICLOVIAGGIO: L’AUSTRIA IN BICICLETTA”
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