In questo articolo vi parlerò della cross country che ho montato usando un telaio SP-Cycle e una trasmissione LTWOO.
Quando si sceglie una MTB da Cross Country nuova e non si vuole spendere cifre esagerate, capita spesso di girare su AliExpress alla ricerca di componenti a basso prezzo ma di buona fattura.
Assemblare una bicicletta con componenti acquistati dal mercato cinese è una scelta abbastanza insolita, nonostante negli ultimi anni siano sempre più gli appassionati “montatori” a guardare con interesse quel mercato.
COMPONENTI DALLA CINA: UNA SCELTA AZZARDATA?
Il motivo per il quale ho deciso di assemblare questa bicicletta è molto semplice: mi mancava una MTB da XC nel mio parco bici.
Quella bicicletta leggera e scattante, perfetta per godermi dei lunghi giri pedalati con fondi semplici dove una MTB da enduro/all mountain sarebbe fuori contesto.
Tuttavia non volevo assemblare una bicicletta costosa tantomeno acquistarne una già pronta all’uso.
Come al mio solito ci tengo a scegliere ogni pezzo che monterò e sono anche aperto a sperimentare di tanto in tanto.
Inoltre, stuzzicato dalla qualità che alcuni prodotti cinesi sembrano avere, mi sono detto “perché non provare?”.
Infatti in Cina sono moltissime le aziende che producono telai per marchi europei che poi effettuano un “re-brand”. Addirittura alcuni produttori vendono direttamente dalla fabbrica al consumatore e solo perché poco conosciute in Europa non significa che non debbano essere valide.
D’altra parte però è anche vero che l’incertezza per ciò che si acquista, la mancanza di assistenza nel post vendita, le dicerie sulla bassa qualità dei prodotti provenienti dall’Oriente e il recente inasprimento sui costi d’importazione per chi compra dalla Cina rendano meno appetibile l’acquisto.
Ad ogni modo provare è un buon modo per tirare delle conclusioni al riguardo.
UNA MTB DALLA CINA – IL TELAIO
Per il telaio e la forcella la scelta è ricaduta sul brand Sp Cycle, azienda cinese con sede a Shenzhen che vanta un’esperienza ormai decennale nella produzione di telai in carbonio e altri componenti come forcelle, ruote, manubri e reggisella.
Il modello in questione è il SP-MO5 a cui ho abbinato la forcella rigida SP-MF01, realizzati entrambi in fibra di carbonio T1000 che deduco sia la Toray o un equivalente.
Il telaio alla bilancia pesa 1 kg e la forcella 620 g circa e presenta una buona verniciatura (in questo caso nero opaca) che sicuramente ha aggiunto qualche decina di grammi rispetto a quelli dichiarati sul loro sito.
Il telaio SP-M05 ha linee morbide con un tubo sella curvo e foderi carro affusolati. La forcella invece non essendo concepita per questo telaio in se usa un design diverso, più squadrato e con steli di grandi dimensioni che trasmettono sicuramente così un’idea di robustezza alla vista.
Il passaggio cavi interno mantiene pulita l’estetica. Una nota di merito va alla presenza di viti per installare ben due porta borraccia nel triangolo principale, spazioso anche in taglia piccola.
La qualità della manifattura di entrambi i pezzi alla vista sembra davvero buona e internamente non ho rinvenuto sfogliature della fibra.
caratteristiche tecniche:
- standard mozzi Boost 12×148 e 15×110
- serie sterzo conica 1 1/8″ – 1 1/2″
- movimento centrale BSA 73 mm
- freni post mount con dischi 160 mm
- passaggio ruota telaio 29″ da 2.4″
- passaggio ruota forcella 29″ 3.0″
geometria del telaio in taglia S:
- reach 405 mm
- stack 608 mm
- tubo sella 400 mm
- tubo sterzo 95 mm
- foderi carro 430 mm
- angolo sterzo 68.5°
- angolo sella 74°
- bb-drop 63 mm
- Lunghezza forcella 506mm (axle-to-crown) con offset 42mm
Il telaio SP-Cycle SP-M05 prevede una scatola del movimento centrale di tipo BSA.
Ho scelto un telaio con una scatola del movimento centrale tipo BSA poiché l’installazione delle calotte è molto più facile e non prevede l’uso di presse. Inoltre i telai con standard press-fit in carbonio possono presentare molte più criticità quali sedi non proprio circolari e non allineate che portano nel tempo a fastidiosi scricchiolii e usura precoce dei cuscinetti e della guarnitura.
La forcella rigida SP-MFO1 che ho scelto misura 490 mm axle-to-crown e ha un offset di 44 mm.
Sebbene la sua lunghezza sia inferiore di ben 16mm, bisogna considerare che una forcella da XC in SAG (consigliato tra il 10 e il 15% sulle MTB da XC) risulterebbe molto simile a questa rigida.
La geometria dichiarata assomiglia molto a quella della Specialized Epic HT 2022 sebbene il design delle due differisca per la zona di congiunzione tra foderi carro superiori, tubo sella e tubo orizzontale (molto più “slope” sulla SP-M05).
L’unica quota per la quale i due telai differiscono a parità di taglia è il tubo sella, più corto di 5 mm sulla Epic.
Un difetto non da poco riguarda la sede del forcellino cambio. Infatti presenta un gioco piuttosto elevato, abbastanza da pregiudicare il corretto funzionamento del cambio.
Così sono dovuto ricorrere al “fai-da-te” per aggiungere del materiale (colla bicomponente) in modo tale da creare uno spessore e così fissare il forcellino.
Naturalmente ho nastrato tutto adeguatamente per evirare di rovinare l’estetica del telaio e incollare in maniera permanente il forcellino.
La garanzia del telaio sicuramente non sarà più valida, ma al contempo non volevo imbarcarmi in un “viaggio” tra e-mail ed eventuali, interminabili attese per sostituire il telaio (sempre che il servizio funzioni per davvero).
UNA MTB DALLA CINA – LE COMPONENTI
Per quanto riguarda le componenti che ho scelto per questa SP Cycle SP-M05, ho acquistato da Aliexpress una trasmissione completa.
Invece per ruote e freni ho preferito restare su marchi noti poiché non avevo interessi a provare nulla in questa occasione.
La scelta della trasmissione è ricaduta su un gruppo 12 velocità monocorona con comando e deragliatore LTWOO A12 con gabbietta in carbonio Z-Race. Il resto del gruppo è composto da catena, cassetta, pedivelle e movimento centrale firmati Z-Race. Un prodotto molto interessante che sta riscuotendo un discreto successo all’estero.
Le ruote sono invece le Mavic Crossmax raggiate a 24 raggi di tipo straight-pull e cerchio in alluminio. Leggere e perfette per l’uso XC, sono state recuperate attraverso un conoscente a un prezzo più che onesto. Le gomme scelte sono una Michelin XC Force e al posteriore un Vittoria Mezcal entrambi 29″ x 2.35 in versione tubeless.
L’impianto frenante è composto da un set di Magura MT-Trail. Freno potente e modulabile nonostante i rotori da 160 mm.
Il peso finale è di 9,78kg (pedali Shimano spd PD-M520 inclusi) e si hanno ampi margini di riduzione se consideriamo che tubo sella, manubrio e cerchi sono in alluminio e non in carbonio.
In ogni caso è un peso assolutamente di riferimento per una MTB che risulta particolarmente interessante se si va a vedere la cifra spesa per assemblarla, ben al di sotto dei 1000 euro.
Ovviamente non è un montaggio raffinato o con particolari di alto pregio ma è comunque estremamente interessante in ottica di rapporto qualità/prezzo.
COME SI GUIDA?
Carbonio, foderi carro corti e una geometria molto amica delle lunghe pedalate: ho già detto tutto.
Il telaio è rigido quel che basta per risultare reattivo e leggermente assecondante quando serve.
La forcella si rivela molto reattiva nei cambi di direzione.
COME VA IN SALITA?
L’angolo sterzo chiuso (68.5°) e la forcella corta permettono di tenere il peso ben caricato sull’anteriore aiutandoci anche nelle salite più irte con la ruota anteriore sempre sotto controllo.
Per maggiori dettagli però vi rimando all’articolo dedicato sulla trasmissione Z-Race in cui vi parleremo di pregi e difetti.
Link all’articolo Trasmissione Economica: Z-Race + Ltwoo A12
COME VA IN DISCESA?
Ovviamente laddove una geometria corta e chiusa aiuta molto nella pedalata e nell’arrampicare, in discesa pone in risalto tutte le sue criticità.
A questo va anche aggiunto il fatto che il reggisella telescopico è assente e pertanto, a meno che non si sia disposti ad abbassare la sella, sicuramente la SP-M05 sui ripidi cercherà di catapultarvi in avanti.
L’unico modo per compensare a questo è facendo dei fuori sella anche considerevoli col rischio di alleggerire di molto l’anteriore.
Lo so, sembra un ossimoro eppure offre comunque sufficiente flessione per assorbire le vibrazioni.
Nei tratti più veloci, grazie alle ruote da 29″, riesce a superare gli ostacoli più piccoli, non si può ovviamente pretendere che smorzi chissà quali impatti, ma comunque restituisce un feeling e un comfort “accettabili”.
Nei tratti molto difficili in presenza di rock garden bisogna stare concentrati e indirizzarla sulle linee più semplici e sicure, lasciando correre le ruote che faranno il resto.
D’altronde è comunque una cross country entry level e l’uso per cui è concepita non è di certo il gravity o il moderno XCO.
CONSIDERAZIONI FINALI
Assemblare una MTB con componenti dalla Cina desterà sicuramente pareri contrastanti e critiche da parte di chi, con le proprie ragioni, ritiene che certi mezzi non debbano “nemmeno esistere”.
Per ora posso dire di essere stato piacevolmente sorpreso della qualità e della robustezza del telaio che si comporta molto bene in molti contesti.
In pianura e in salita l’esito del test è quasi scontato, dato che trattandosi di una XC ha nel suo “DNA” una vocazione da “Leprotto” e da “Rampichino”.
In discesa invece, dove ho voluto davvero metterla alla prova, posso dire che lascia abbastanza sorpresi probabilmente perché non ci si aspetterebbe molto da essa.
Sulla trasmissione invece ho preferito riservare un articolo dedicato (qui) perché ci sono alcuni aspetti di cui vorrei parlarvi più approfonditamente.
Questa MTB, nato dalla voglia toccare con mano certi prodotti su cui aleggia una coltre di mistero, mi ha dato modo di ragionare su alcune cose.
Sicuramente non intendo incitare all’acquisto, per diversi motivi:
- tempi e costi di importazione variabili e incogniti
- un servizio post vendita che non ho avuto modo di valutare
- è comunque un telaio di cui non si sa l’effettivo collaudo e quindi non si ha una certezza sulla sua sicurezza
Questo articolo vuole essere piuttosto una finestra per sbirciare su un mondo di prodotti diversi da quelli a cui siamo abituati.
Per vederla in azione vi rimando al nostro video su YouTube che trovate qui sotto.